È a Gragnano, nelle splendide colline lucchesi, che si incontrano i 13 ettari vitati rispondenti al nome della Tenuta Lenzini, nata addirittura nel XVI secolo e in origine appartenente ai celebri coniugi Arnolfini, ritratti nel famoso dipinto di Van Eyck, oggi esposto al British Museum di Londra.
La storia recente della Tenuta inizia con Franco Lenzini, nonno dell’attuale proprietaria Benedetta, che con visioni da precursore puntò sulla rinascita del territorio aziendale, ai tempi totalmente abbandonato, impostando importanti interventi di ristrutturazione. Oggi è per l’appunto Benedetta che, affiancata dal marito Michele Guarino, tiene salde le redini di Tenuta Lenzini, dal 2007 condotta secondo i dettami dell’agricoltura biologica e recentemente rispettosa anche delle filosofia biodinamica. Tra i filari, quindi, le regole seno semplici ma rispettate in maniera rigorosa: nessuna sostanza chimica, uso di zolfo non di origine petrolifera, profonde lavorazioni del terreno in autunno, semina di leguminose e sfalcio in primavera, uso di preparati biodinamici e limitato uso di rame.
Dalla vigna alla cantina il passo è breve, e la stessa filosofia adottata nei confronti delle piante la ritroviamo applicata durante la vinificazione: fermentazione spontanea, uso minimo di solfiti, affinamento in acciaio, cemento e legni non nuovi. Nel segno dei più alti livelli qualitativi e con il primario obbiettivo di non alterare quello che la stagione e il territorio hanno saputo plasmare nei grappoli, prendono vita così etichette di assoluto fascino.
Dal merlot al syrah, dal cabernet sauvignon al cabernet franc, passando per l’alicante e senza dimenticare il vermentino e il sauvignon blanc: dalla passione e dall’amore per le proprie terre prendono forma vini che si traducono dei nomi di “Casa e Chiesa”, “Poggio de Paoli”, “Vermignon” e “B-Side”. Etichette che meglio di tante altre raccontano tutta l’eccellenza vitivinicola delle colline lucchesi.