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I vini georgiani e le regioni più coltivate della Georgia


Nascosta in un angolo tra il Mar Nero e le montagne del Caucaso, la Georgia è sempre stata un luogo strategico per i viaggiatori e per i paesi confinanti. I vini georgiani sono parte integrante della cultura nazionale, strettamente legati al suo popolo. E’ molto comune infatti per le famiglie georgiane coltivare le viti e produrre il proprio vino.

Il Paese è salito alla ribalta nel mondo vinicolo, perché recenti scoperte archeologiche lasciano pensare che fosse proprio qui la culla della viticoltura mondiale, dove tutto ha avuto origine. Infatti sono state ritrovate otto giare, risalenti al 6000 a.C. a Gadachrili Gora e Shulaveris Gora, circa 50 chilometri a sud della capitale Tbilisi, contenenti tracce di vino.

Dopo un percorso storico travagliato che - a causa delle varie invasioni, dell’impero sovietico e delle campagne contro l’alcol di Michail Gorbaciov - ha visto la viticoltura espandersi e contrarsi a fasi alternate, oggi il paese conta una superficie vitata di 70 mila ettari in totale, suddivisa in diverse regioni.

I vitigni più apprezzati del territorio georgiano

La Georgia ha una grande varietà di uve indigene. Tra le più notevoli ci sono la Saperavi rossa e la Rkatsitell bianca. Il patrimonio vinicolo georgiano rimane quasi sconosciuto nel resto del mondo ma le varietà di uve autoctone sono uniche e recentemente si riscontra un interesse crescente nel mondo del vino, proprio nei confronti di queste uve meno conosciute.

Grazie alla lunga tradizione viticola, la Georgia vanta oggi la presenza di ben 500 vitigni, di cui 38 sono autorizzati per la viticoltura. I più importanti sono:
  • Rkatsiteli, da cui si ottengono vini bianchi strutturati, secchi e tannici;
  • Mtsvane, uva da cui si elaborano vini bianchi con aromi minerali e fruttati;
  • Saperavi, il vitigno per eccellenza per l’elaborazione dei vini rossi, profondi e strutturati, con uno stile simile a quello bordolese.
A nord-est, ai piedi del Caucaso, si trova la regione Kachétie, dove il clima moderato permette una produzione abbondante, che rappresenta circa il 70% del totale annuale. Al centro della Georgia si trova Kartli: qui le uve si sono adattate al clima caldo e secco. Al confine occidentale si trova l’Imeretie, regione protetta dai venti, mentre alla frontiera nord, a Ratscha-Letschchumi, prevalgono i vitigni autoctoni. L’ovest subtropicale produce soprattutto vini dolci per il mercato locale.

Gli antichi processi di vinificazione

La particolarità dei vini georgiani è il processo di vinificazione, ancora legato alle tradizioni antiche: le uve sono fermentate senza diraspatura, a grappolo intero, e vengono stoccate in recipienti di argilla chiamati kwevri. I kwevri vengono sotterrati per avviare la fermentazione alcolica, che è preceduta quasi sempre da lunghissime macerazioni sulle bucce. Questo sistema favorisce il processo di ossidazione dei vini, oltre a conferire ai vini georgiani un profilo molto particolare, quasi unico: intenso e ricco, sia nel colore, sia nelle caratteristiche organolettiche.

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